Perchè nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata
Il Santuario di S. Gabriele è il luogo di culto più importante dell’Abruzzo. La devozione degli alpini abruzzesi verso il Santo non è recente. Alla base della prima colonna di sinistra della cappella vecchia, inaugurata nel 1920, c’è una targhetta che è dedicata alla 206^ cp. del 7° Alpini, nella sesta colonna c’è un’altra targhetta con i nomi di due ufficiali del 4° e 5° Rgt. Alpini (l’aspirante Giovanni Di Egidio ed il ten. Giuseppe Di Egidio)
Si racconta che gli abitanti dei paesi vicini fossero soliti portare i malati, soprattutto i bambini, nella chiesa sopra la tomba di San Gabriele per impetrare una pronta guarigione. Ed ancora, i giovani che dovevano partire per la guerra andavano, la sera prima della partenza, a dormire nei locali del santuario per chiedere la protezione del Santo.
Il 24 maggio 1915 l'Italia scendeva in guerra contro l'impero austro-ungarico per riscattare il Trentino e la Venezia Giulia. L'intero fronte, distinto in trentino, cadorino e giulio, inizialmente era lungo 600 chilometri. La durata della belligeranza fu di 41 mesi. Vi fu impiegata la mobilitazione di 27 classi. Nel complesso un esercito di 5 milioni di combattenti, dei quali 690.000 caddero sul campo ed oltre un milione e mezzo tornarono a casa mutilati o feriti.
Riporto alcune delle numerose testimonianze di soldati che si sono rivolti a san Gabriele per ringraziarLo o implorare la Sua protezione
- Il giorno 21 ottobre dello scorso 1915 sul Carso ove ferveva la lotta tra italiani ed austriaci i nostri valorosi soldati Antonio Iacovone e Nobile Di Leonardo all'invocazione del Beato Gabriele si ritrovarono prodigiosamente illesi dalle palle nemiche, che loro fischiavano intorno.( Eco di San Gabriele, 1915, p. 163: )
- Nel giorno 28 maggio 1916 veniva da Ornano un numeroso corteo di persone, preceduto dal concerto d'Isola. Recavano un bel quadro dove erano registrati i nomi di 172 militi del 17° reggimento Fanteria, 2° Battaglione, con l'offerta di 115 lire che i detti soldati avevano mandato.( Eco di San Gabriele, 1916, p. 141 )
- il 15 aprile 1916 chiamato ad offrire la mia opera di soldato italiano, partii da Canonica di Todi, recando con me un'immagine del Beato Gabriele. Miracolosamente superai i pericoli indicibili di quasi due anni di fronte. Il 27 novembre 1917 fui fatto prigioniero, mi sono cibato di ortica lessa, ho sopportato fame, freddo, bastone tedesco; ho visto morire migliaia di amici e compagni. Sempre fiducioso nell'aiuto del Beato Gabriele, superai tutto con coraggio... Eco di San Gabriele, 1919, p. 12 )
- Quadro offerto da Giuseppe Dragone: Un giorno in prima linea cominciarono a cadere le bombe nella trincea come gocce d'un acquazzone d'estate. Mio marito non faceva altro che invocare l'aiuto di San Gabriele. Guardando all'insù quella raffica di colpi schioccanti e scintillanti, vide per un istante la figura di san Gabriele che proteggeva . Allora gridò al compagno: " Siamo salvi; san Gabriele è con noi." Al ritorno volle che si facesse un quadro pittorico della scena vissuta come ringraziamento al Santo. (dal racconto della moglie):"
Quadro offerto dal bersagliere Giuseppe Dragone
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Dopo circa vent'anni dalla fine della prima guerra mondiale, ne scoppiò un'altra di più vaste proporzioni.
Soldati di ogni arma e specialità si rivolgono, ancora una volta, a San Gabriele per ringraziarLo e per implorare la Sua protezione.
San Gabriele fra i soldati. (Eco n. 3 - Marzo 1940. pag. 49) Omaggio a San Gabriele Artiglieri del 1° Gruppo del 49° Artiglieria Carrellata " Parma" di stanza a Teramo, a San Gabriele per eseritazioni invernali |
- numerose sono le testimonianze e ringraziamenti da parte dei primi soldati inviati in Africa settentrionale, sul fronte Greco-Albanese e Russia.
- dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.
- Fui inviato per preparare le trincee di guerra (Africa S.) ... San Gabriele mi salvò... Testimonianza rilasciata il 3 luglio 1981
- Il primo vero pericolo lo vissi nel bombardamento aereo di Tobruk nel mese di maggio 1941.
- L'ultima lettera di mio marito, giunta il 10 dicembre del '40, mi comunicava che era salvo per miracolo dei santi... (Il marito era in Africa S.)
- Il 12 marzo del '41 mi trovavo in zona d'operazione della prima linea. Tutto all'intorno era un continuo morire... Albania. (Testimonianza inviata per lettera.)
- ... si era nei pressi di Gianina... mi vedo davanti san Gabriele che toccandomi sulla spalla mi dice:" Ugo, coraggio, che non ti succede nulla". Nel 1942 venni inviato al fronte russo, dove rimasi ferito nella battaglia sul Don del 2 agosto. ... fui subito rispedito in Italia. (C'è ancora un quadro nel santuario)
- Dopo tre anni di vita militare in Grecia, il 13 settembre 1943 fummo presi dai tedeschi e internati in Germania... (lettera riportata dall'Eco di ottobre 1945)
La devozione per san Gabriele nel periodo della guerra si può plasticamente rivivere anche attraverso l'osservazione di dodici grandi quadri militari, che spiccano nelle sale degli ex- voto. Ne riporto solo alcuni.
L'iniziativa di due alpini: Gabriele Ciccantelli e Corradi Catelli.
Essi furono inviati in Albania nell'aprile del 1939, appena conclusa l'occupazione militare. Si resero promotori della colletta per il santo protettore Gabriele. Col denaro raccolto fecero dipingere, a Roma, un grande quadro votivo (cm 147x177) . In esso si raffigurano delle alte montagne, raggiunte da due scalate alpinistiche, al centro delle quali è posto san Gabriele in atteggiamento di preghiera con la Madonna della Neve. Sullo sfondo spicca l'imponente mole del Gran Sasso. Lo stemma del 9° Reggimento e la didascalia
AD ARDUA SUPER ALPES PATRIA VOCAT.
Gli alpini del Battaglione "Aquila" reduci di Albania il 24 maggio 1939 - XVIII
Ciccantelli Gabriele, 25 Vico (Ornano Grande)- Catelli Corrado, 25 Vico (Ornano Grande)
Promotori
Verso le ore 10 (del 27 febbraio 1940) arrivava al Santuario, già gremito di gente, un corteo originale composto dagli alunni delle scuole elementari, da un numeroso stuolo di Alpini in congedo del Battaglione L'Aquila, reduci dall'Albania e da immensa folla di popolo. Essi accompagnavano un grande ed artistico quadro, "ex-voto" , raffigurante la Madonna del Gransasso con San Gabriele in preghiera. ... Procedevano il corteo le scolaresche di ..., seguiva la musica d'Isola del Gransasso; quindi veniva il quadro sorretto da un gruppo di Alpini in divisa, che si davano di tanto in tanto il cambio. Dietro il quadro sventolava il Gagliardetto della Sottosezione Alpina Teramana seguito dagli alpini dei comuni ... al comando del Ten. Avv. Renato Molinari di Teramo. Chiudeva il corteo una lunga fila di persone d'ogni età, sesso e condizione sociale, che cantavano devotamente lodi alla Madonna e a San Gabriele. Dall'Eco di San Gabriele n.4 Aprile 1940 pag.59
Quando noi delle prime file entravamo nel piazzale del santuario, l'estremo lembo della processione toccava il bivio di Trignano. Testimonianza del 16.12.1995)
sequenza fotografica della consegna del dono (Eco n.4 - Aprile 1940 - pag 60)
Dono di un calice
Il 27 febbraio 1941 venne consegnato al santuario, con una grossa processione proveniente ugualmente da Ornano Grande ed ancora con la partecipazione del capitano Renato Molinari un calice d'argento realizzato per interessamento di tre alpini della zona di Isola-Tossicia. Sul piede del calice si legge lo stemma del 9° Reggimento, mentre all'esterno della coppa il motto del 9° "Ad ardua super Alpes Patria vocat". Sulla base si racchiude un quinternetto con i nomi dei tre promotori e dei 192 alpini offerenti insieme con quello di Margherita Garcia Civico Petrilli, Madama di guerra.
Eco 1941, pag 59" Ad ora avanzata cominciarono a giungere i pellegrinaggi, tra i quali quello di Ornano recante in dono un artistico calice tutto d'argento con questa scritta "Gli alpini del IX Reggimento, Battaglione l'Aquila, 143 Compagnia, offrono a S. Gabriele questo calice, implorando protezione e vittoria: Albania 9 agosto 1940".
Un altro grande quadro votivo
Valleriano Francesco, ( Faiano di Montorio, Te) raccoglie con altri 148 alpini offerte in denaro per il quadro (cm 105x153) . Vi si rappresenta un'accanita battaglia alpina condotta in periodo invernale, mentre in alto appare il Santo a protezione dei devoti. Negli spazi laterali del quadro stesso si leggono i nomi degli offerenti. Questa è la didascalia:
Pax
Frates estis
9° REGGIMENTO ALPINI BATTAGLIONE L' AQUILA
Ricordo dell'Albania Anno 1940 - 1941 Zelatore Valleriani Francesco
La cerimonia della consegna riuscì come una grande manifestazione di fede popolare ed avvenne quando ancora i combattenti erano sulla linea di guerra. La cerimonia è documentabile anche attraverso le seguenti due foto.
Un altro grande quadro votivo della guerra in Grecia
Altri ex-voto |
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La pubblicazione delle immagini degli ex voto è stata autorizzata dalla Direzione del Santuario.