Sergio Macciò
Sergio Macciò nasce a Pola, classe del 1926.
Il dott. Macciò dice di sè: "Da Pola, ci trasferimmo a Postumia e quindi a Zara, dove frequentai il liceo "G. D'Annunzio" terminandolo nel 1943.
Dopo l'infausto 8 settembre fuggimmo da Zara il 28 ottobre 1943, in tempo per evitare i disastrosi bombardamenti che la colpirono nel mese di novembre successivo, per riparare a Trieste e quindi a Jesi il 17 gennaio 1944."
Il dott. Macciò prosegue: " Il battaglione alpini "Piemonte" entrava in Jesi il 20 luglio 1944, e il medesimo giorno mi arruolavo nella sua terza compagnia"
La decisione di arruolarmi era maturata dopo lunghe riflessioni. Buona parte dei miei compagni di liceo aveva seguito l'idea maturata nelle organizzazioni del partito fascista che avevano frequentato a Zara, si era arruolata nei reparti della Repubblica sociale. Io e qualche altro decidemmo di collaborare con il risorto esercito italiano. Ambedue le decisioni dettate da certissima fede nei propri ideali sono da noi tutti da rispettare. Seguimmo il nostro istinto di servire innanzitutto la nostra bandiera, il tricolore."
La situazione interna della nostra Patria decise la "parte" con la quale andare: ancora oggi, dopo sessant'anni abbiamo qualcuno che parla di " parte giusta e parte sbagliata". Noi, sia della Repubblica sociale, che dell'esercito del sud , riteniamo fermamente che ambedue le parti furono "giuste", perchè scelte con purezza d'intenti.
Ed ancora oggi ci rispettiamo a vicenda! E ci rispetteremo sempre.
Col "Piemonte" feci la campagna d'Italia del 1944 fino al confine nord della provincia di Pesaro. Ci trasferirono, in seguito, nel Matese dove fummo ricostituiti in Gruppi di Combattimento, noi con il "Piemonte" nel reggimento di fanteria speciale "Legnano" - due battaglioni di Alpini il "Piemonte" e "L'Aquila", più uno di bersaglieri, il "Goito".
Rientrammo al fronte, ormai sulla Linea Gotica, ed ivi nella zona del comune di Monterenzio, valli dei fiumi Idice e Zena, sostenemmo la linea fino all'aprile del 1945, allorchè - il 21 aprile - entrammo a Bologna.
La guerra volgeva al termine, passammo per Bergamo, sostandovi qualche settimana. Motivi di servizio mi portarono più volte volte a Milano. Qui presi, purtroppo, conoscenza dello scempio che veniva compiuto con crudeli vendette a carico degli sconfitti della Repubblica sociale.
Fui congedato verso la fine del 1945 con il grado di caporale e ritornai a Jesi dai miei genitori.
Egli è andato avanti, non lo vedremo più, a noi rimangono il Suo esempio ed i Suoi insegnamenti.
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Ho conosciuto Sergio Macciò a San Gabriele, in occasione della Commemorazione dei Caduti celebrata il 5 marzo 1995. Da allora è sempre tornato. La sezione A.N.A. Marche, sotto la sua guida, ha sempre partecipato con tutti i suoi gruppi alla Ricorrenza.
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Più volte, nell'ambito delle attività culturali del Gruppo di Crognaleto, ha incontrato gli studenti di quasi tutte le scuole di Teramo, riscuotendo ammirazione, considerazione e rispetto.